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gna signore ; perciò nelle patenti pubbliche non era di sopra nome d’Imperadore : e certi passi di sue dicerie sponeva , che vituperasser Vitellio e facesser grato lui al popolo. L’ autorità di Cluvio ebbe più forza : e Vitellio fece il proprio liberto punire , o lui rimaner seco , e governar la Spagna benchè assente , come già L. Arunzio , ritenuto in Roma da Tiberio, perchè ne temeva, ma non Vitellio di Cluvio. Non fece tanto onore a Trebellio Massimo, per la furia de’soldati fuggitosi d’Inghilterra, ove mandò in suo cambio Vezio Bolano, che era di sua corte.

LXVI. Stava con timore delle vinte legioni, ancora altiere , sparse per l’ Italia. Mescolate co’ vincitori parlavano da nimiche; la quattordicesima più orgogliosa non accettava d’esser vinta; perchè vinti furono a BedriacO soli i vessillarj : nerbo di legione non v’ era. Piacque rimandarli in Brettagna , onde Nerone li chiamò e alloggiarli uniti co’Batavi, stati con loro tanto discordi. Poco ressero insieme tanti odj armati, .la Turino un Batavo a un artefice che l’ avea gabbato, diceva male : un soldato di legione alloggiato seco, lo difendeva ; ciascuno ebbe suo seguito : vennesi dal contendere allo ammazzare ; e seguiva focosa battaglia, se due coorti pretoriane, presaia per li quattordiciani, non mettevan loro animo e paura a’ Batavi ; i quali Vitellio menò seco come fidati : e comandò alla legione , che tenesse il camrniao per l’ Alpi Graie per scansar Vienna , sospettando de’ Viennesi. La notte che questa legione diloggiò, lasciò per tutto fuochi accesi : arse di Turino una parte; al qual danno, per li maggiori dell’altre città, non s’attese. Scesa che ell’ebbe le