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276 DEGLI ANNALI

caso che ’l ci avesse tolto prima che udir sue ragioni; come fosse in tre anni mancato tempo di giudicare quel vecchio consolare e padre di tanti consolari. A Druso fu levato il cibo: e nove dì visse1 rodendo la miseranda lana de’ materassi. Vuole alcuno che Macrone avesse ordine che pigliando le armi Seiano traesse Druso di palagio, dove era sostenuto, e lo desse per capo al popolo. Ma perchè si diceva, che la nuora e’l nipote tornavano in grazia, Tiberio non che pentere, ne incrudelì.

XXIV. E rimproverò al morto il laido corpo, e l’animo pestifero a’ suoi, e nimico alla repubblica: è fece leggere ciocch’egli aveva detto e fatto dì per di: atrocità non udita, avergli tenuto tanti anni raccoglitori de’ mai visi, sospiri, borbotti; e che un avolo gli potesse udire, leggere, pubblicare, chi’l crederà? Ma ci sono le lettere di Azio centurione, e Didimo liberto, che ragguagliavano puntualmente: „il tale schiavo all’uscir di camera lo battè; il tale lo spaventò„: Ed io (si vanta Azio2) le tali parole terribili gli accoccai: ed egli, morendo, sputò le cotali,„ e conta: Come, prima fece il pazzo e mandava a Tiberio cotali bestemmie sciocche; poi,

  1. Anche qui rappresenta questa morte tragica, come Dante quella del conte Ugolino, con pietà sopr’umana. Lo fa vivere anch’egli nove giorni, e tra il quarto e ’l sesto i quattro figliuoli forse perchè l’età che cresce consuma più il cibo che quella che solamente si nutre; o pure la più robusta si regge più.
  2. Gloria di manigoldo: simile a quella di colui che nel quindicesimo di questi Annali rapporta a Nerone d’aver dicollato Subrio con un colpo e mezzo, non al primo, perch’e; sentisse la morte, secondo il precetto di Caligola; perchè l’uccider tosto è pietade.