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ad ululare: Chiamavo il padrone e anche la vecchia Anna. Oramai la mia scorreria era terminata. Perché non venivano?

Venne invece il piú grande dei due uomini. Io mi rizzai per fargli festa. Con un ceffone mi ribaltò sul giaciglio ed io intesi che voleva io stessi zitto. Continuai a lagnarmi fra me e me e restai solo e silenzioso per lungo tempo. Già nella cucina si stava meglio e il suo odore mi pareva piú piacente. Le busse abituano a tutto. Si aperse ancora una volta la porta l’altro uomo, il piccolo, quello che mi si era dimostrato piú mio amico, venne a trovarmi. Mi pose le braccia al collo e pose la sua bocca sulla mia. Io aspirai con voluttà l’odore amico. Poi mi diede un pezzettino di buona carne. A me il pezzettino parve piccolo e mi misi a far feste al donatore perché me ne desse di piú. E nel far feste, per spingere l’omino alla generosità e aumentare l’allegria, mi misi ad abbaiare. L’omino corse via e mi chiuse l’uscio in faccia. E allora ad onta che sia tanto difficile quietarsi in un luogo straniero mi addormentai. Sognai che avevo non piú un padrone solo ma due e si separavano andando in due direzioni opposte cosí che non potevo corrispondere al mio dovere di seguirli ambedue. Piú tardi avvenne la stessa cosa con la preda. Ce n’era tanta che l’aria ne gridava. Era davanti a me e di dietro e alle due parti che l’aria ne portava l’olezzo ed io non potevo correre e soffrivo orribilmente.

Alla mattina venne il padrone. Non appena lo sentii, indovinai di aver fatto male. M’avvicinai a lui strisciando sulla pancia a dimostrazione del mio pentimento. Poi mi gettai supino con le gambe all’aria perché sapesse che non volevo né fuggire né difendermi. Mi diede alcune nerbate che mi fecero urlare. Poi le busse cessarono ciò ch’è una grande gioia. E quando si camminò la lunga via verso casa, io seguii il mio padrone lieto di essere fuori di ogni dubbio. Sarebbe stato ben male aver due padroni.

Rividi piú volte l’uomo e l’omino perché stavano dalle parti ove abita Tití. Non li seguii mai piú perché gli odori si possono dimenticare ma non le nerbate.