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224 EMILIO SALGARI

Tutti i negri ed i meticci erano accorsi sui ponti, pronti a respingere l’attacco. Anche Mary aveva raggiunto il fratello, armata d’una leggiera carabina e d’un paio di pistole, essendo, come tutte le fanciulle delle frontiere del Far-West, un’abilissima tiratrice.

Le tenebre erano calate, però la luce non mancava intorno all’hacienda, continuando i fuochi ad ardere sotto le caldaie ed i pentoloni pieni d’olio già bollente.

In lontananza il tuono brontolava sordamente, in mezzo alle densissime nubi volteggianti al di sopra del gran Lago Salato, formate dalla straordinaria evaporazione.

— Si prepara una pessima notte, — disse John, il quale non aveva lasciato un solo momento il suo osservatorio, accontentandosi di cenare con una tortilla e mezza dozzina di uova sode di tacchino, inaffiate con un mezzo fiasco di mezcal. — Avremo l’uragano sulle nostre teste ed i vermi rossi di fronte.

Bah!... Vedremo se domani mattina avremo ancora le nostre capigliature. —

Alcuni colpi di fucile, seguiti da clamori altissimi, lo avvertirono che gl’Indiani si preparavano a tentare l’attacco dell’hacienda.

Parecchi drappelli di cavalieri, approfittando della profonda oscurità, si erano spinti fin dietro le cinte delle piantagioni, e dopo di aver fatto coricare i loro mustani, avevano cominciato a sparare, per decimare i difensori dei ponti.

— Che nessuno risponda!... — comandò John. — Le munizioni sono troppo preziose per sprecarle, e poi io conto più sull’olio che sul piombo. —

Per una buona mezz’ora gl’Indiani continuarono a schioppettare, ma essendo più abili ad adoperare l’arco che la carabina, non ottennero altro successo che quello di produrre un gran fracasso.

D’altronde la cinta era formata di grossi tronchi bene uniti, difficili ad attraversarsi, specialmente alla distanza di cinque o seicento passi.

Credendo però di aver fatto dei vuoti, le pelli-rosse non tardarono a rimontare sui loro mustani.

Anche il grosso delle due bande si era fatto innanzi per l’attacco decisivo, guidato dai sottocapi.

Per un altro po’ la moschetteria rimbombò furiosissima, poi i cinque o seicento cavalieri lanciarono i loro mustani a corsa sfrenata, saltando le barriere delle piantagioni, e si diressero risolutamente verso l’hacienda, empiendo l’aria di urla terrificanti.

Giunti a dugento metri, i rossi guerrieri, in colonna, si misero a galoppare intorno alle palizzate, descrivendo un largo giro e continuando a sparare.

I difensori della fattoria a loro volta avevano aperto il fuoco, colla speranza di assottigliare quei demoni.