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SULLE FRONTIERE DEL FAR WEST 201

e tutti, quello che era peggio, in preda ad una collera violentissima che non accennava affatto a sbollire.

Dopo di aver devastate le artensie e di aver sventrato un paio di dozzine di cactus a bocce che rassomigliavano a giganteschi alveari, si erano scagliati ferocemente contro l’enorme tronco del cedro, provando sulla sua corteccia la robustezza dei loro denti.

Si capisce che perdevano il loro tempo inutilmente, poichè nemmeno degli elefanti sarebbero stati capaci di sradicare quel colosso, tuttavia non erano meno pericolosi poichè parevano ben decisi a non lasciar scendere gli assediati.

L’assalto delle furibonde bestie durò qualche ora con un accanimento ferocissimo, poi cessò; ma già tutta la corteccia del cedro era stata strappata per un’altezza di un metro e mezzo.

Alcuni di essi si sdraiarono in mezzo alle artensie formando un vero circolo e molto fitto per di più. Gli altri si sbandarono per procurarsi la colazione, la quale non era lontana e molto abbondante, trovandosi al di là della macchia un grosso gruppo di pinon (pinus lambertina) alti due o trecento piedi, ben carichi di pigne coniche, lunghe più di mezzo metro e piene di mandorle eccellenti che cadevano in gran numero ad ogni istante, coprendo il suolo d’un largo strato.

— Guarda a che cosa siamo ridotti! — disse Harry stringendosi la cintura dei calzoni. — Ad invidiare quei dannati porci!... Sarei ben contento di prender parte anch’io alla loro colazione!...

— Non hai altro da fare che scendere a far raccolta di mandorle — rispose John. — Ve ne sono là pei pecari ed anche per noi.

— Potresti provare tu pel primo.

— Non ho per ora alcun desiderio di provare le zanne di questi furibondi animali.

— E pare proprio che abbiano la brutta intenzione di piantare qui il loro campo, — disse Giorgio. — Guardate là quei bricconi che si dispongono a sonnecchiare fra le artensie.

— Non fidarti però del loro sonno.

— Oh no, John!...

— Perchè essi hanno la pessima abitudine di dormire cogli orecchi tesi. —

In quel momento udirono in alto, molto in alto, fra gli ultimi rami del gigantesco cedro, echeggiare un grido che pareva più di sorpresa che di terrore.

— Minnehaha!... — esclamò Harry. — Che cosa può esserle successo?

— Che qualche animale la minacci? ― si chiese John. — Talvolta i coguari si arrampicano sugli alberi e salgono ben alto, meglio degli orsi neri.