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possanza politica; e diventò la terribile, benchè sfortunata, rivale di Roma.

La Grecia fu gentilissima madre della filosofia, della poesia, delle belle arti, e dell’eroismo patriotico. La sua industria manifatturiera non era molta, a cagione del grave disordine dell’essere i mestieri manuali affidati agli schiavi. La speciale industria però della Grecia può dirsi essere stata quella delle arti belle; ed in queste ella non ebbe, a gran pezzo, alcun eguale nè fra le antiche nè fra le moderne nazioni. Alcuni considerano come una profezia del genio il detto di Aristotele, che allora cesserebbe d’esistere la schiavitù quando il fuso e la spola camminassero da sè. Forse è lungi che debbasi alcuna lode ad Aristotele per avere scritto ciò, volendo egli per avventura intendere, che la schiavitù non cesserebbe mai di essere necessaria. Pure le sue parole sonosi verificate in un senso migliore. La schiavitù è abolita nella maggior parte di Europa, ed il vapore mette in moto migliaja di telaj e millioni di fusi. Maraviglioso e benefico progresso della moderna industria! Una regina quattro secoli fa non avrebbe potuto possedere una quantità di tessuti sì fini e sì candidi, quali se ne può oggidì procurare la famigliuola di un onesto operajo, per giovarsene non solo ad ornamento, ma eziandio al ben essere ed alla politezza, sì favorevole alla salute. A tal risultato non saremmo giunti mai, se si fosse mantenuta in tutta Europa la servitù individuale o politica.

Anche la nostra Italia giunse per tempo, cioè almeno mille anni prima di Cristo, ad un notabilissimo grado d’industria e d’incivilimento. Ne è prova l’innumerabile quantità di vasi etruschi che si vengono dissotterrando, e le medaglie delle città greche dell’Italia meridionale. Nei tempi anteriori a Roma, l’Italia intera, dai promontorj della Sicilia alle Alpi, era divisa in due grandi porzioni. La civiltà etrusca regnava nell’una dalle Alpi sino al Tevere. Questa nostra città, chiamata allora Felsina, fu per qualche tempo la capitale di quella grande confederazione etrusca. L’altra metà, ad oriente del Tevere, possedeva l’incivilimento greco. Libere e fiorentissime città erano Capua, Napoli, Taranto, Crotone, Reggio, nella parte di qua dallo stretto che appellavasi Magna Grecia; Messina, Selinonte, Agrigento, Imera, Palermo, e sopratutto Siracusa, in Sicilia. Vuolsi che la popolazione di quest’ultima città