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sole vi furono più e diverse liti. Nel 1401 dopo lunghe questioni fu giudicato che essi fossero difensori fedeli del Vescovado e non padroni e che avessero il diritto d’intronizzare il vescovo. Nel 1560 il vescovo non intendeva di pagare altrimenti il censo delle 120 staja di grano; ma vi fu costretto da un ordine del Duca.
(6) Nel 1245 Alfiero del fu Strinato Raminghi comprò da un Diodato e Vinedico suo figlio una casa nel popolo di S. Pier Buonconsiglio.
(7) Francesco di Tommaso di Strinato Alfieri nel 1427 possiede «una mezza chasa nel popolo di S. Maria in Campidoglio nella quale abito chon mie masserizie e mia famiglia che da 1° lapiaza della Paglia 2° Galeazzo Boromei 3° la famiglia de’ Tosinghi 4° la piazza del Mercato Vecchio» (Gonfalone Drago S. Giovanni)
(8) Oltre al loro palagio al Canto de’ Pazzi, nella prima metà del XV secolo, i Borromei possedevano: il palagio già degli Amieri e le sue torri fra S. Andrea e la Piazza del Mercato Vecchio: le botteghe fra la chiesa di S. Tommaso e la Via degli Speziali grossi; nove botteghe sul Canto dei Dadaioli fra le case dei Medici e Della Tosa: due botteghe in Via degli Speziali: la torre venduta poi all’arte degli Speziali: le case degli Strinati fra S. Maria in Campidoglio e il palazzo Della Luna; la casa già de’ Borgianni in Piazza della Paglia: varie case e botteghe in Calimala fra la torre dell’arte della Lana e le case dei Cavalcanti. (Vedi gonf. Drago S. Gio. portata di Galeazzo, di Alessandro di Ser Filippo e di Gio. di Galeazzo)
(9) La torre de’ Tornaquinci e loro consorti sul Canto del Mercato Vecchio, si rovina nel 1356 ed il terreno dov’era la torre si determina che resti al Comune.
(10) Vedi il libro di G. Carocci — Il Mercato Vecchio di Firenze.
(11) La tomba degli Ubaldini prossima a quella dei Tosinghi e degli Strinati aveva un ricco lastrone dov’erano scolpiti i varj stemmi della famiglia ed incisi quattro versi allusivi agli stemmi stessi.