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32 PARTE PRIMA

liano. Ben sapeva questo partito quel ch’ei si voleva; e se procedeva a rilento, la via battuta da lui guidavalo però dirittamente alla meta.

Allato a questi amici sviscerati di Casa d’Austria eranvene altri più timidi, od alquanto imbevuti delle idee moderne, i quali professavano di non riguardare l’Austria altrimenti che come una delle nazioni collegatesi per restituire all’oppressa Europa la pace, concedendo ad ognuno degli Stati europei buone leggi, independenza e libertà. Era l’Austria, a detta loro, la naturale protettrice dell’Italia; e ad essa aspettavasi più specialmente il brigarsi delle cose italiane. Solo una strettissima lega con l’Austria potea dare all’Italia le forze necessarie per costituirsi e reggersi, e all’Italia giovava per avventura una certa quale lieve dependenza dall’Austria a fine di risarcirla dei danni cui soffriva cotidianamente pel pro dell’Italia. Non era infatti giustissima cosa il pagare, almeno in parte, le spese d’una guerra sostenuta dall’Austria coll’unico intento di liberare l’Italia? Non si doveva egli desiderare di essere sempre custoditi da quei soldati austriaci che erano gli autori della nostra liberazione, contro le nuove irruzioni che i Francesi potessero tentare? L’imperatore Napoleone stava per cadere dal trono, e dovendo il principe Eugenio essergli compagno nella caduta, era forza offerire a un altro principe la corona italica. Ora a chi mai poteva essere più degnamente offerta questa corona, che ad un principe di quella medesima stirpe che sì nobilmente portavala prima della conquista francese, a un consanguineo di quel generoso e clemente sire che mai non avea cessato dal riguardare l’Italia con paterna benivoglienza? Per