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PARTE SECONDA 205

tario avea sposato la figliuola d’un uomo in mala vista dell’autorità. Nè speri alcuno in tal caso ottenere giustizia, venire in cognizione dei torti che gli sono imputati, discussare i fatti, farne accettare la giustificazione. Qualunque instanza tendente a quest’uopo sarà un novello gravame aggiunto ai precedenti. Il direttore della Polizia lo farà chiamare, l’accoglierà a quel modo che i cadì turchi accoglievano, dugent’anni fa, i venditori d’aranci del loro risôrto che contrafacevano alle leggi; gli chiederà adirato, di che abbia a lagnarsi, e se creda che i magistrati sieno tenuti di giustificare presso di lui i sentimenti che inverso a lui nutrono, ed esorterallo alla fine ad interrogare a tale proposito la sua coscienza. Dopo del che ei sarà ancora più malveduto di pria, poichè sarà apparso in fatto poco disposto a riverire i capricci de’ suoi padroni e della moltitudine dei loro cagnotti. Tale si è il destino dei pubblici ufficiali, i quali abbiano, anche con una sola parola, esternato i virili loro sentimenti o il loro amore del bene.

Evvi per avventura un ordine di cittadini che potrebbe viversene ed anche lietamente in onta delle malevoli disposizioni del Governo. Che può di fatti temere colui il quale, ricco essendo ed indipendente, nè possedendo nè desiderando onori o dignità, si sta sempre nei termini della legge e non si espone perciò a legali processure? Costui, invero, non ha nulla a temere, ad eccezione però di quell’infinito numero di soprusi e di contrarietà che sono fatte a bella posta per porre alla pruova qualunque pazienza umana, e per affrontare le quali richiedesi forse maggior coraggio che non se ne richiegga per affrontare la bocca del cannone. Nelle città