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giore: per la qual cosa spaventati dalla paura, si misero in fuga. Avendo dunque usato Pane questo stratagemma, favoleggiasi che Eco sia grata ed amica a Pane, e chiamiamo panichi i vani e notturni spaventi degli eserciti.


Ercole.


Avendo deliberato Ercole di spiantare di Pelio la nazione de’ Centauri, non volendo però essere egli il primo a cominciare la battaglia, per provocarli andò ad alloggiare con Folo; ed aprendo una botte di finissimo vino, egli co’ suoi si mise a gustarlo. Ciò sentendo i Centauri, corsero alla spelonca, e rubarono il vino. Allora Ercole, riputandosi ingiuriato da coloro, che v’erano corsi, si fece addosso ai Centauri, e gli uccise.

Ercole temendo la fortezza, e le forze del porco d’Erimanto, prese questa bestia con inganno. Perciocchè essendo egli a dormire in una valle (la qual valle era piena di neve) Ercole si mise a trargli di molte pietre. Perchè il porco desto saltò, e scagliandosi per lo furore, e per lo sdegno, inciampò nella neve, e quivi affogato fu preso da lui.

Ercole portato in nave a Troja, smontò per combattere in terra, e comandò a nocchieri che ritraessero le navi in alto mare. Avendo dunque i pedoni Trojani perduto la vittoria, i cavalli si misero a correre alle navi; ma non però poterono prendere i navigli, che ondeggiavano sul mare. Perchè Ercole mettendosi lor dietro, tutti gli tagliò a pezzi sulla riva, non potendo