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dell’amor di Rodolino, e non meno di lui s’accese, che egli di lei; e quando non lo vedeva, si sentiva morire. Cresciuti ambiduo in pari benivolenza, amor, che è fida guida d’ogni animo gentile e vera luce, operò sì che la giovanetta si assicurò di parlar con lui. Sendo un giorno Rodolino alla finestra, e conoscendo apertamente il reciproco amore che gli portava Violante, disse: Violante, sappi che tanto è l’amor ch’io ti porto, che quello mai non separerà se non la scura morte. Le laudevoli e leggiadre maniere, gli onesti e real costumi, gli occhi vaghi e lucidi come stella, e l’altre condizioni che io veggo in te fiorire, mi hanno sì focosamente indutto ad amarti, che mai altra donna che te non intendo di prender per moglie. Ed ella, che era astuta, ancor che giovanetta fosse, rispose che, se egli amava lei, assai più ella amava lui, e che ’l lei amore non era d’agguagliare al suo, perciò che l’uomo non ama di buon cuore, ma il suo amore è folle e vano, e più delle volte conduce la donna, che sommamente ama, a miserabil fine. — Deh, anima mia, diceva Rodolino, non dir così; chè, se tu sentesti la millesima parte della passione ch’io per te sento, tu non diresti tai parole; e se tu no’l credi, fa l’isperienzia, chè all’ora tu vedrai se io ti amo o no. Avenne che Lodovico, padre di Rodolino, s’avidde un giorno dell’innamoramento del figliuolo; e molto tra se stesso si dolse, temendo forte quello che agevolmente li poteva avenire con vituperio e vergogna del suo regno. E senza farli saper cosa alcuna di questo, diliberò mandarlo in lontani paesi, acciò che il tempo e la lontananza ponesse in oblivione l’inamoramento suo. Laonde il Re, chiamato un giorno a sè il figliuolo, disse: Rodolino, figliuolo mio, tu sai che noi non avemo altri figliuoli che te, nè semo per averne: e il regno dopo