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Ed avenga che dopo la diposizione dell’abito non fusse in quella venerazione che era prima, pur il nome suo restava appresso alcuni pochi gentil’uomini, e massimamente appresso la plebe. E perchè egli era buon confessore, se gli appresentò dinanzi per confessarsi una bellissima donna, chiamata Savia: nome veramente convenevole alla modestia di tanta donna, quanto ella era. Costei aveva per marito uno intagliatore di figure di legno; e chiamavasi maestro Chechino: e in quell’arte a’ tempi suoi non aveva superiore. Savia adunque, essendosi ingenocchiata dinanzi maestro Tiberio, disse: Padre, mi è mancato il mio confessore, col quale io comunicava i secreti miei; ed avendo inteso l’odore della fama e santità vostra, hovvi eletto in luogo suo per padre spirituale: pregandovi l’anima mia vi sia raccomandata. Maestro Tiberio, vedendola bella e fresca, che rassembrava mattutina rosa, e conoscendo la gagliardezza sua, e che era in su ’l più bel fiore che esser potesse, s’accese sì fattamente di lei, che confessandola era quasi impazzito, nè sapevala levarsi dinanzi. Venuto maestro Tiberio al peccato della lussuria, la interrogò: Avete voi mai, madonna mia, per alcun tempo avuta particolar affezione ad alcun prete o frate, del quale voi siate stata innamorata? Ed ella più oltre non considerando a che egli voleva venire, puramente rispose: Padre, sì. Io amava sommamente il mio confessore come padre, e gli portava quella riverenzia ed onore che ’l meritava. Intesa che ebbe maestro Tiberio l’ottima disposizione della donna, con dolci ed accorte parole si fece dire il nome e la condizione sua, ed ensignare la casa dove dimorava: raccomandandosi a lei, e pregandola che lo dovesse aver e tenere in quella buona grazia, che ella avuto e tenuto aveva il suo perduto confessore; e per