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priva del suo diletto e caro sposo, nè esservi più speranza alcuna di poterlo riavere, nell’alto e viril animo suo propose di voler al tutto, ancor che il Re consentire non le volesse, mettersi in mare alla fortuna, e la sua ventura provare. E fatta mettere in punto una galea ben armata e di gran vantaggio, e presi tre pomi a maraviglia lavorati, dei quali l’uno era di auricalco, l’altro di argento ed il terzo di finissimo oro, tolse licenza dal padre, ed in galea col bambino montò; e date le vele al prosperevole vento, nell’alto mare entrò. La mesta donna, così navigando con tranquillo mare, ordinò alli marinai che dove lo sposo suo dalla Sirena fu inghiottito, in quel luoco condurre la dovessero. Il che fu essequito. Aggiunta adunque la nave al luogo dove lo sposo fu dalla Sirena inghiottito, il bambino cominciò dirottamente a piangere; e non potendolo la madre per modo alcuno attasentare, prese il pomo di auricalco, ed al fanciullo lo diede. Il quale, seco giuocando, fu dalla Sirena veduto; ed ella, accostatasi alla galea e sollevando alquanto la testa dalle schiumose onde, disse alla donna: Donna, donami quel pomo; perciò che di quello io sono innamorata molto. A cui la donna rispose non volerglielo donare, perciò che del figliuolino era il trastullo. — Se ti sarà in piacere di donarlomi, disse la Sirena, ed io ti mostrerò lo sposo tuo insino al petto. Il che ella intendendo, e desiderando molto di vedere lo sposo suo, glielo donò. E la Sirena in ricompenso del caro dono, sì come promesso le aveva, il marito sino al petto le mostrò; ed attuffatasi nell’onde, non si lasciò più allora vedere. Alla donna, che ogni cosa attentamente veduto aveva, crebbe maggior desiderio di vederlo tutto; e non sapendo che fare nè che dire, col suo bambino si confortava. Al quale, da capo pian-