Pagina:Straparola - Le piacevoli notti I.djvu/117


— 85 —

con bel modo parlare con Filenio e isponerli lo amore che sua madonna li porta: e, quando li fusse a piacere, ella una notte vorrebbe esser con esso lui in la propia casa. Il che intendendo, Filenio si allegrò, e disse alla fante: Va, e ritorna a casa, e raccomandami a tua madonna, e dille da parte mia che questa sera la mi aspetti, già che ’l marito suo non alberga in casa. In questo mezzo Emerenziana fece raccogliere molti fascicoli di pongenti spine, e posele sotto la littiera dove la notte giaceva, e stette ad aspettare che lo amante venisse. Venuta la notte, Filenio prese la spada, e soletto se n’andò alla casa della sua nemica; e, datole il segno, fu tostamente aperto. E dopo che ebbero insieme ragionato alquanto e lautamente cenato, ambeduo andorono in camera per riposare. Filenio appena si aveva spogliato per girsene al letto, che sopragiunse messer Lamberto, suo marito. Il che intendendo, la donna finse di smarrirsi: e, non sapendo dove l’amante nascondere, gli ordinò che sotto il letto se n’andasse. Filenio, veggendo il pericolo suo e della donna, senza mettersi alcun vestimento in dosso, ma solo con la camiscia, corse sotto la littiera: e così fieramente si punse, che non era parte veruna del suo corpo, cominciando dal capo insino a’ piedi, che non gittasse sangue. E quanto più egli in quel scuro voleva difendersi dalle spine, tanto maggiormente si pungeva: e non ardiva gridare, acciò che messer Lamberto non lo udisse e uccidesse. Io lascio considerare a voi a che termine quella notte si ritrovasse il miserello; il quale poco mancò che senza la coda non restasse, sì come era rimasto senza favella. Venuto il giorno, e partitosi il marito di casa, il povero scolare meglio che egli puote si rivestì, e così sanguinoso a casa se ne tornò, e stette