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favola terza 49

al papa, e con calde lagrime disse: — Non è cosa, beatissimo padre, al mondo, che piú dispiacqua a Iddio, che la rotta fede. Io per me voglio mantenerla, pur che vostra santità non sia manchevole. Io contra mia voglia promisi a duo di vostri camerieri la metà di quello che da vostra santità mi sarà concesso. Io richiesi venticinque staffilate buone, e voi per vostra innata umanità e cortesia concesse me l’avete. Voi adunque per nome mio farete dar dodeci staffilate e mezza ad uno cameriere, e dodeci e mezza all’altro; e cosí facendo, voi adempirete l’addimanda mia, ed io la lor promessa. — Il papa, che non intendeva il fine della cosa, disse: — E che vuoi per questo dire? All’ora disse Cimarosto: — Se io, santissimo padre, volsi qua entro entrare ed a vostra beatitudine appresentarmi, forza mi fu contro ogni mio volere pattiggiare con duo di camerieri vostri, e con giuramento promettergli la metà di quello che voi mi concederete. Onde, non volendo mancare della promessa fede, mi è forza di dare a ciascun di loro la parte sua, e io ne rimarrò senza. — Il papa, intesa la cosa, assai si risentí; e fatti e camerieri a sè venire, ordinò che si spogliassino e, secondo che Cimarosto promesso l’aveva, fussero battuti. Il che fu subito essequito. Ed avendo il giovane a ciascuno di lor duo date dodeci staffilate, e mancandone una al numero di venticinque, ordinò il papa che l’ultimo ne avesse tredeci. Ma Cimarosto disse: — Non bene si conviene, perciò che egli arrebbe piú di quello che io li promisi. — Ma come si farà? — disse il papa. Rispose Cimarosto: — Fategli legare ambiduo sopra una tavola, uno appresso l’altro con le rene in su; ed il giovane gliene darà una buona, che accingherà(3) indifferentemente l’uno e l’altro, e cosí ciascuno ugualmente arrà la parte sua, e io ne rimarrò libero.

Partito Cimarosto dal papa senza rimunerazione alcuna, fu per le sue pronte risposte dalle persone circondato. Ed avicinatosi a lui un prelato che era buon compagno, disse: — Che è qui da nuovo? — E prestamente Cimarosto rispose: — Non altro, salvo che dimane si criderà la pace. — Il prelato, che creder no’l poteva, nè ragion vi era che creder lo dovesse,