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aperto accanto a lui, intese bussare alla porta. Segno precursore d’una visita di papà Jaw e tosto dopo costui mostrossi in persona. Cominciò sulle prime a sedere proprio in faccia del fuoco colle falde dell’abito distese sulle ginocchia, e le mani tese verso il focolare. In quell’atteggiamento, fissò sulla buona figura del diacono Enos i suoi occhietti grigi d’inquisitore, sputando questa frase a modo d’esordio.

“Ebbene! diacono Enos, il vecchio Jones è morto alla fine! vorrei ora sapere di quanta utilità gli può essere la sua terra.

— Sì, rispose il diacono Enos, ciò mostra precisamente quanto poco queste terrene cose meritino d’essere ricercate. Veniamo al mondo senza nulla apportarvi; ed è certo del pari che nulla possiamo portar seco noi.

— Oh sì veramente, riprese papà Jaw, è giustissimo; ma ciò che avvi di strano è l’avidità con cui il vecchio Jones affezionava le cose. Ecco, per esempio, sapete pure quel suo mulino che non cessa mai di innondar colle sue acque il bel mezzo della mia terra; ho detto e provato più di venti volte a Jones quel danno; eppure persistette a lasciare ogni cosa nel suo pristino stato. Ora però che è morto, quella vecchia Silenzio, che è più cattiva di suo padre, fa ancora più fracasso di lui; ella e Susanna hanno preso possesso della terra. Ma che sì, che sì, ch’io voglio lavorarvi d’attorno.„

Qui papà Jaw fece una pausa per scorgere se era riuscito a’ produrre un’impressione simpatica sul diacono Enos. Ma il vecchio rimase impassibile, fissando