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peritosa tanto quanto ardita ed intraprendente: era sua sorella. Di certo Silenzio erasi data molta cura per l’educazione della povera Susanna. E, per compenso, diceva ella, questa ragazza mi piglierà a gabbo, non avendole mai potuto apprendere a tener le redini alla gente.

Quando madamigella Silenzio seppe che il diacono Enos si considerava come leso dal testamento di suo padre, ella trattò quella difficoltà con una risoluzione eguale alla potenza de’ suoi polmoni. “Il Diacono Enos dovrebbe attendera qualche cosa di meglio, anzichè da spogliare delle orfanelle de’ loro diritti; oh! vedremo, se ricorrerà alla giustizia, quanto lucro ne trarrà. Bel ministro della chiesa, bel diacono in vero! che tenta diffondere una tale riputazione contro la memoria del mio povero padre, già morto e sepellito!

— Ma Silenzio, disse Susanna, il diacono. Enos è uomo eccellente, io non credo che la intenzion sua sia di recarci ingiuria; può esservi in tutto ciò della mala intelligenza.

— Susanna, tu sei una scioccherella, come te l’ho sempre detto. T’ingannerebbero ogni dì, se non fossi là io a guidarti.„

Gli avvenimenti che sopravvennero, misero quelle signorine in rapporti più intimi e diretti col diacono Enos. Ciò è quanto noi ora dimostreremo.

Il più vicino confinante del diacono era un certo vecchio affittajuolo, cui una condotta irregolare diede il sopprannome ben giustificato di papà Jaw. Era robusto, d’alta persona, e somiglievole, per l’aspetto ad un piovoso uragano di Nord Est; essere accigliato, il cat-