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chiamato con gran premura alla stanza di suo figlio. Appena giuntovi, s’avvide esser presso l’ora. Tutta la famiglia era riunita; Grazia e James, accanto uno all’altro, si curvavano sul moribondo, mentre la sua madre tenevasi appartata, il capo nascosto nel grembiale per non mirare la morte del figlio. Il vecchio ministro era là colla Bibbia aperta a sè d’innanzi; il padre si pose a sedere accanto al letto di morte di suo figlio; stette calmo e pensoso assorto in contemplazione dell’aspetto di quel figlio, a cui stava per schiudersi innanzi la vita dell’immortalità. Avendo sollevate le ciglia, Giorgio riconobbe il padre; sorrise, porgendogli la mano; poi disse: — “Oh me avventurato, di potervi scorger qui. — Oh Giorgio per pietà! non sorrider così! So ciò che ti spetta. Mi sono mille e mille volte provato di..... ma non ho potuto venirne a capo: No! non ho potuto venirne a capo.„

A tai detti, il vegliardo trassalì e non potè soffocare i singhiozzi. Regnava nella stanza la calma ed il silenzio, come nel soggiorno della morte; nessuno osava indirizzargli parole di conforto. Alla fine il figlio ripetè con una voce soave, ma interrotta queste parole del miglior amico degli uomini: Che il nostro cuore non sia turbato; nella casa di mio padre hanvi di molte dimore.

Sì, disse il vecchio, ma io non saprei ristare dal turbarmi; so pur troppo che ci è d’uopo adempiere la volontà del Signore, ma io ne morrò.

Oh! padre mio, ve ne supplico, non straziare il mio cuore, disse il figlio in preda a grande agitazione, io vi rivedrò in cielo, ed allora, nell’incontrarmi, il