Pagina:Stowe - Il fiore di maggio, 1853.djvu/174


167

averlo inteso due o tre volte richiedere di sua salute, si volse a lui, e d’un tuono freddo gli disse:

“Parlate a me, signore?„

Guglielmo parve alquanto sorpreso, ma sedendo vicino a lei:

“Certamente, rispose: e venni per sapere qual motivo vi spinse a fuggirvene, senza farvene motto.

— Non vi ho posto mente,„ soggiunse Maria con sussiego, ciò che appo le signore significa:

“Vi dispenso d’ora innanzi da ogni conversazione.„

Guglielmo comprese che era intervenuto qualche straordinario accidente. Pure nella lusinga d’essersi ingannato, continuò:

“Come! vi pigliate sì poca briga di me che ho tanto pensato a voi! non è che per vedervi che son venuto così da lungi.

— Duolmi che vi siate dato tanto incomodo, disse Maria.

— Cugina, siete voi oggi indisposta?

— No signore, rispose Maria,„ continuando il suo lavoro d’ago.

V’aveva, ne’ suoi modi, qualche cosa di così marcato deciso, che Guglielmo si credette sotto l’impero di un’illusione, si volse e legò colloquio con una signorina, mentre Maria, volendo provargli che poteva parlare, se fosse tale la sua volontà, cominciò il racconto d’una novella, che fece tantosto scoppiar dalle risa i suoi parenti.

“Maria è d’una straordinaria gajezza„ disse avvicinandola il vecchio suo zio.„

Guglielmo la contemplò, non gli era mai sembrata