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di gusti, di sentimenti co’ nostri simili: ma ben pochi vi sono abbastanza buoni per adattarsi alla fralezza di un fanciullo! pochi che sappian comprendere i suoi dispiaceri di non esser ancor grande, d’esser mandato a letto alla scuola, ... infine mille piccole pene di simil genere, che il fanciullo non sa punto spiegare, ma che neppure gli adulti sanno intendere!

Avevo tocco il settimo anno. Un mattino, sorse un insolito movimento per la casa. Seppi, in mezzo alla confusione, che mia zia Maria doveva farci una visita. Quando la carrozza che la conduceva si fermò innanzi la nostra porta, io m’affrettai a svestire la mia blouse insudiciata, e corsi a frammischiarmi a’ miei fratelli e sorelle per esser testimonio dell’entrata della zia.

Non tenterò descriverla quale m’apparve la prima volta; poichè, quando il mio pensiero si ferma su di lei, io mi volgo al sentimento, ad onta dalla mia età e de’ miei occhiali, e mi potrebbe forse uscir di bocca qualche stranezza.

Ogni uomo, maritato e celibatario, giunto al suo cinquantesimo anno, dovette, ne’ suoi sogni aver visto una donna, che diventa per lui la donna per eccellenza. Tal donna non vi era certo parente, nè voi suo marito; essa non fa che spander da lungi dei raggi luminosi su di voi; nel lungo corso degli anni; voi potete rammentarvela come una stella scomparsa, come una melodia estinta, come una beltà ed una grazia svanita per sempre. Quella rimembranza, piena di voluttà, di grazia e gioventù si è conservata intatta: in cuor vostro, in un grado ancor più elevato che non si potrebbe esprimere a parole.