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che andasse, poi, quando l’ardenza del suo carattere gli aveva fatto sorpassare tutti i limiti del pudore e delle convenienze, gli attestarono freddamente la loro sorpresa, fingendo di compiangerlo, o lo rialzavano dalle sue colpe, beffeggiandolo. S’io allora l’avessi abbandonato, che debito severo avrei da renderne a Dio! Scacciato dal seno de’ suoi amici.... parvemi che la sua sventura stringesse vieppiù i nostri nodi, lo gli son moglie — e sarò sua fino all’estremo. Enrico, se dovessi abbandonarlo, la sua rovina sarebbe completa e deplorabile. Ora dunque non mi vi so risolvere.... Più tardi.... chi sa?.... più tardi. Sento che sta per giungere l’ora. Quanto a’ miei figli, il mio dovere verso di loro mi vieta di tenermeli dappresso più lungo... Eccoveli; conduceteli con voi. Erano la mia ultima gioia al mondo; ma, è necessario... prendeteveli, Enrico. Possa, o mio Dio, non tardarmi l’ora di seguirli... Ma prima conviene tentare nuovi sforzi. Che è mai la vita per chi ha sofferto com’io? Nulla. Ma l’eternità! oh Enrico, l’eternità!... Pensateci adunque! potrò io abbandonarlo ad una disperazione senza fine! Il cuore rotto, io ho sopportato tutte le prove che ponno colpire una donna.... ma questo pensiero, questo pensiero...„ Ella si fermò, e sembrò combattere fra sè stessa; ma, alla fine, in preda ad una sorte di spasimo mortale, coprissi il volto colle mani. Lagrime abbondanti scorrevano traverso le sue dita, e tutto il suo corpo anelava sotto convulsivi singhiozzi. Enrico frammischiò il suo pianto a quello di Augusta, ma non osò più ritornare sulla questione tanto formalmente risolta.