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marito colpevole ti porse ben tristo spettacolo, che mai più non si offrirà agli occhi tuoi. Oh no, no, mai più — coll’ajuto di Dio: sclamò con solenne energia.

L’ardente e sincera espressione che accompagnava queste parole, la confusione e l’onta, che dipinte in viso, rivelavano i suoi segreti rimorsi, la spontanea invocazione del benefico intervento di Dio, tutte queste circostanze, come balsamo salutare, raddolcivano le sanguinose piaghe del cuore dilaniato d’Augusta; ed ardì lusingarsi che da quel giorno suo marito era salvo. Il pentimento d’Edoardo era sincero aveva in sè la ferma intenzione di ravvedersi, ma il piano adottato era difettoso nella sua base. Invano ricorreva a modificazioni di condotta, a riguardi: il male aveva gittato radici, e deboli erano i rimedii a torto di mezzo. Edoardo si limitava ad una cura palliativa, senza por mente che solo un rimedio eroico poteva guarirlo. Quando la circolazione del sangue sovrabbonda di attività ed è distrutto l’equilibro del sistema nervoso la miglior volontà è ad ogni tratto minacciata di sconfitta in una sola cattiva occasione basta a distruggerla. Nella sua particolare posizione voleva, da un lato, mantenersi in uno stato di salute fisica o mentale, calmo ma freddo, e da un altro con una severa controlleria su di sè stesso non voleva sorpassare i limiti del ben essere sociale e dell’umana dignità. In una parola al par d’ogni carattere fiacco ed irresoluto ma ad un tempo dolce ed appassionato, voleva la mane, ciò che la sera diniegava: incoerente, debole, inconseguente, non poteva avanzarsi che alla cieca, correndo difilato, in quello stato prediletto dagli uomini inconseguen-