Pagina:Stowe - Il fiore di maggio, 1853.djvu/119

112

stessa affezione, la stessa tenerezza; era al suo fianco premuroso, attento, previdente; molto accarezzava ed amava di tenero affetto un vezzoso bambino, ch’ella le aveva dato, e che s’appalesava tanto intelligente, quanto era vago. Quando il padre festoso l’innalzava da terra per contemplarlo, e lo copriva in seguito di baci, la madre commossa sentivasi avventurata, come ai primi giorni della loro unione; ma al tempo stesso all’ora delle riunioni gastronomiche, di cui suo marito era uno de’ membri i più zelanti, ella scorgeva, con ansia inesprimibile, quello sposo affettuoso, quel tenero padre, abbandonare ad un tratto sposa e figlio, per correre là dove il diletto lo chiamava.

“Al certo, diss’ella, non voglio esser tanto egoista per privarlo d’una ricreazione, d’un divertimento, che a me non è dato di dividere con lui. Ma pure ei mi diceva di non provar diletto, che là dov’io mi trovassi. Ahimè! è egli dunque veritiero quel desolante assioma: L’amore non dura a lungo.„

Povera Augusta! ignorava quante ragioni avesse di temere. Ignorava da quante seduzioni fosse stretto il marito suo in quelle società, in cui agli stimoli ardenti dello spirito e dell’intelligenza, accoppiavasi come zavorra; in proporzione troppo liberale, una perfida in fusione di vino assai generoso.

Già Edoardo erasi accostumato ad un grado di eccitazione fisica, che rasenta i confini dell’ebbrezza pieno di fidanza in sè medesimo, e sedotto dalle perigliose abitudini d’una società corrotta, non scorgeva il pericolo. Così, il viaggiatore che ha passato sulle catarrate del Niagara, può segnare il punto ove il pri-