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nell’assemblea e veniva ad adescare deliziosamente l’orecchio dell’amante marito. Dal canto suo egli raccoglieva personalmente il suo tributo d’elogi variati; era profondo politico; novelliero pieno di brio e vaghezza; volta a volta convitato, pieno di frizzi e d’aneddoti, bel giocatore, indefesso ballerino, compiuto galante; insomma il favorito di tutti. Così testimone de’ suoi trionfi, Augusta non poteva resistere di spingerlo nel bel mondo, anche più sovente ch’ei nol desiderasse!

Ahimè! ignoravano amendue a quanti pericoli si va incontro abbandonando il domestico lare, per correr dietro alle vanità, alle distrazioni ed alle seduzioni di ogni genere!

Pure, pieno di fiducia nella bontà di suo marito, Augusta non scorgeva come tali inviti, che si succedevano senza interruzione, sviavano poco a poco il marito dagli affari, lo impedivano d’attendere alla coltura dello spirito, dal tenerle quella compagnia che fin’allora era uso di farle. Già compariva all’orizzonte la nube, larga non più del palmo della mano, nunzia di tempeste e di tenebria per l’avvenire; — troppo fiduciosa e leggera, ella non la scorse.

Ma quando dalle cure e dagli obblighi della maternità dovette restarsene in casa, una crudele apprensione sorse ad un tratto ad amareggiarle l’animo — parevale scorgere una mutazione in suo marito; mulazione impercettibile, indefinita, che sfugge alle più minute ricerche, ma che da sè stessa si appalesa nel cuore d’una donna.

E nullameno Edoardo continuava a mostrarle la