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tutti gli impegni di temperanza, immaginabili. Ma non a tutti, cugina, è impartito un tanto favore.

— Come testè vi ho asserito, Melton, le mie abitudini d’ordine e di regolarità essendo notoriamente pubblici, vi rimane ancora, la soddisfazione di far gustare la vostra eloquenza, e la vostra logica a qualche povero diavolo, meno di me favorito, da natura. Così ebbe fine il colloquio.

— Che giovane pieno di cuore e di disinteresse è Melton! disse Edoardo quando lo vide partire.

— Sì, tanto buono, come è lunga la giornata, disse Augusta, con un fondo molto prosaico. Questa nojosa faccenda della temperanza! Non si discorre d’altro al di d’oggi: Giornali di temperanza; — trattati sulla temperanza; alberghi di temperanza; — temperanza di qua; — temperanza di là; e, cosa meravigliosa, perfino fazzoletti di temperanza pei bimbi. In vero il mondo diviene viziosamente intemperate, nella sua temperanza.

— Ebbene, colla cauzione che voi avete fatta di me, Augusta, io sono al sicuro da ogni tentazione„.

Sebbene queste parole non avessero in sè nulla degno di rimarchio, pure furono dette con un tuono di tanto calore, che coprirono Augusta di rossore, e l’obbligarono ad attendere lavoro con più costanza. A proposito di quel tema, Edoardo aggiunse, a molte osservazioni di simil natura, qualche sua idea sugli angeli custodi, che per novità, non eran più vaghe di un discorso sulla temperanza; ma molte cose vecchie, sembran giovani affatto rammentate a proposito. Così, prima che fosse trascorsa un’ora Edoardo ed Augusta