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— Sul serio, mio caro, voi ben capirete, riprese Eduardo, che firmare, obbligarsi e suggellare, sono tre operazioni che mi dovrebbero essere proibite per un affare, a cui naturalmente io devo rimanermene estraneo. Le mie abitudini passate e presenti, il posto che io occupo nel mondo: tutte le circostanze che hanno rapporto davvicino o da lontano col mio individuo, si innalzano contro la supposizione ch’io giammai possa diventar lo schiavo d’un vizio così degradante. Ora adunque quest’impegno che mi proponete, non è desso qualche cosa che avvilisce? Riguardo all’influenza, che voi mi attribuite, io sono di quelli che pensano, che se ciascuno s’occupasse soltanto di sè, la società sarebbe meglio tutelata. No, io non adotto questa moderna opinione che vuol porre a carico della società le individualità qualunque esse siano; e dapprima perchè è una dottrina che pesa, ed in secondo luogo perchè io dubito forte sulla sua equità. Per queste due ragioni io rifiuto di prestare il mio patronato ad una istituzione di tal natura.

— È innegabile o signori, disse la dama, che voi spingete la costanza fino al grado estremo; e per non discorrere che delle società di temperanza, voi avete rimestata la questione, fino ad annojarmi a morte. Non voglio che tal questione abbia a durare eterna, e, per conchiudere, io sottoscrivo un’impegno per Eduardo, e con esso io lo garantisco dalle cattive abitudini di cui ci avete fatto una sì orribile pittura.

— La vostra presenza, o signora, disse Meldon gittando uno sguardo d’ammirazione sulla sua bella interlocutrice, avrà sempre un’influenza più salutare che