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Storia di una Capinera 11

felice; mi pare che tutte quelle affezioni circoscritte fra quelle strette pareti debbano essere più intime, più complete; che il cuore commosso e quasi sbalordito del cotidiano spettacolo di codesto orizzonte ch’è grande, debba trovare un gaudio, un conforto nel ripiegarsi in sè stesso, nel rinchiudersi fra le sue affezioni, nel circoscriversi in un piccolo spazio, fra i pochi oggetti che formano la parte più intima di sè stesso, e che debba sentirsi più completo trovandosi più vicino ad essi.

Che ti scrivo, che ti scrivo mai, Marianna? ... Tu riderai di me, e mi darai del sant’Agostino in gonnella. Perdonami, mia cara, ho il cuore così pieno che senza accorgermene cedo al bisogno di comunicarti tutte le nuove emozioni che provo. Nei primi giorni che uscii dal convento e venni qui, ero sbalordita, astratta, trasognata, come trasportata in un mondo