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capo secondo 27

Agostiniani fu dismessa invece, come abbiam veduto, la chiesa di S. Cristoforo nel borgo di S. Donato, prima ufficiata dagli Umiliati: e la chiesa di S. Solutore minore fu ceduta nel 1461, dal vescovo Ludovico di Romagnano, ai frati minori della stretta osservanza (Zoccolanti), e ciò ad istanza del duca Ludovico, del clero e del popolo torinese.12 Ma non vi entrarono, o non vi poterono rimanere,13 perchè quattr’anni dopo si murò loro un convento presso al sito ove sono i molini della città; la chiesa fu dedicata alla Madonna degli Angeli, ed ivi già erano nel 1469. Distrutta poi la medesima dai Francesi nel 1536, furono trasferiti in città nella chiesa di S. Tommaso, di cui pigliarono possesso nel 1542.

Nel 1450, in seguito ad un voto fatto in occasione della pestilenza, la città fece costrurre presso la porta Marmorea, al di qua del sito dove ora sorge l’arsenale, una chiesetta in onore di S. Sebastiano che venne poscia ufficiata dai Carmelitani;14 i quali, rovinato dai Francesi il loro convento, si trasferirono nel 1545 a Sta Maria di piazza, e nel 1729 alla chiesa del Carmine, fabbricata nell’ingrandimento della città a ponente.

La giurisdizione della campagna torinese era divisa tra il capitolo, che avea la cura spirituale delle parti settentrionali, ed il parroco di S. Eusebio che governava la parte meridionale. Oltre queste sei porte della città, un’altra ne trovo ricordata nel