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libro primo, capo secondo 21

levatoio; passando poi sotto al vôlto d’essa torre, pervengasi alla sponda torinese.

A sinistra del ponte s’alzava una chiesuola intitolata ai Ss. Marco e Leonardo, sede d’un’antica confraternita.2 Quella chiesa era patronato dei Barrachi, potenti cittadini torinesi, che l’aveano rifabbricata nel 1335. Nel 1351 il principe d’Acaia la distrusse, perchè da quella si poteva offendere il ponte di Po, e die’ a Francesco Barraco 100 fiorini d’oro, perchè edificasse un’altra cappella di S. Leonardo dentro le mura.3 Nondimeno la chiesa del ponte fu riedificata. Assai più tardi, divenuta parrocchia, estendeva la sua giurisdizione sul borgo di Po, a destra ed a sinistra del fiume, e sa otto isole dell’interno della città. Questa chiesa ricostrutta nel 1740, secondo i disegni dell’architetto Bernardo Vittoni, perle pie sollecitudini del rettore Giovanni Tesio, fu distrutta nel 1811, perchè avrebbe impedito la via al nuovo ponte di pietra, frutto della magnificenza Napoleonica. In questa chiesa era sepolto sotto al pulpito l’avvocato Angelo Carena, morto di ventinove anni, nel 1769, volontario nell’ufficio del procurator generale di S. M., membro dell’Accademia delle scienze di Torino, chiamata allora ne’ suoi primordii Società reale. Da’ suoi discorsi storici mss. manifesta apparisce non solo la dovizia delle erudizieni, ma la grandezza della mente, la quale abbracciava le scienze storiche e le economiche nella loro