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detti ovoli. Su quella parte posa immediatamente l’abaco, detto anche trapezio, che ha più sporto al di sopra del quarto di rotondo, di quello abbiano i più antichi tempj de’ Greci. Quella sorta di sporto dà una grandiosità straordinaria al capitello1. L’altezza delle colonne, che dovrebbe essere di sei diametri presi dalla parte inferiore, non ne ha né pur cinque; e al detto tempio di Corinto, le colonne hanno solamente quattro diametri, compresi i capitelli2.

$. 39. Le proprietà dell’ordine dorico sono d’avere dei triglifi alla parte di mezzo, ossia alla più larga del cornicione, chiamata fregio; delle gocce all’architrave, e dei dentelli alla parte inferiore della cornice3. In uno dei tempj di Pesto i triglifi non erano lavorati nel fregio stesso, ma v’erano incastrati; e tutti ne sono caduti, uno eccettuato4. L’estremità superiore dei loro canali è rotondetta; forma che non hanno gli altri triglifi. In luogo delle gocce sotto alla cornice vi sono in quelli tempj degl’incavi rotondi, e tre filare di sei di quelli incavi per ciascheduna5. Al tempio di Teseo in Atene quelli incavi sono quadrati, e a due filare6.


§. 40. I tri-


  1. Vedi le Tavole in fine di questo Tomo.
  2. Le Roy ibid. Tom. I. par. 2. pag. 18.
  3. Vitruvio lib. 4. cap. 2. vuole, che i triglifi siano proprj dell’ordine dorico, e dello jonico i dentelli. Anche Euripide in Oreste, vers. 1372. da ai triglifi l’epiteto di dorici; parole, che il traduttore latino ha rese malamente per dorica pinnacula. Ma per li dentelli nell’ordine dorico ne abbiamo l’esempio nella cassa sepolcrale di Scipione Barbato, lavoro del secolo V. di Roma, nominata qui avanti pag. 22. n. d., che può considerarsi come un cornicione, essendovi al di sopra la cornice coi dentelli; sotto il fregio coi triglifi, e le metope, le quali hanno un rosone per ciascuna; e il di sotto, ove è l’iscrizione, tutto liscio potrebbe considerarsi come un architrave. Vedasene la figura in fine di questo Tomo Tav. XIV. e XV. Al tempio di Cora, de! quale si parlerà qui appresso nel §. 41., di ordine dorico, vi sono i dentelli alla cornice sulla porta della cella.
  4. I triglifi erano al tempio piccolo di Pesto solamente, non alle altre fabbriche, come ci avvisa il P. Paoli Dissert. 4. n. 24.; benché siano stati posti anche al tempio grande nelle Tavole da lui datene, colle gocce sotto, delle quali non si è trovato vestigio nè pure al triglifo, che è rimasto al tempio piccolo. Le gocce sotto i triglifi consevatesi in altri monumenti antichissimi, e della stessa architettura presso a poco di quei di Pesto, sono rotonde, per imitare le gocce d’acqua, che rappresentano; come le osservò il signor barone Riedesel a un tempio dell’antica Selinunte dodici miglia lontana da Mazara in Sicilia, Voyage en Sìcile, ec. let. 1. pag. 27.; e al creduto sepolcro del tiranno Terone a Girgenti, ivi pag. 53.
  5. Tali sono nel tempio grande; ma nel piccolo sono diverse. Vedi le Tavole V. e IX.
  6. Le Roy Ruines, ec. Tom. 1. pl. 18. Vitruvio lib. 4. cap 3. prescrive, che le gocce si facciano a tre filare di sei per ciascuna.