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tespizio del tempio, che ai lati per formare così una specie di coperto tutto intorno all’edifizio, come vediamo praticato in Roma nei tetti antichi del palazzo Vaticano, e di altre case. E’ impossibile, che facciano sporto sì grande i puntoni, cantherii, i quali vengono inclinati, e non sono nel frontespizio. Dunque devono farlo i correnti del soffitto: e allora, perchè vi faremo un secondo fregio sotto? Il Galiani, che emenda altitudinis in latitudinis per fare que’ modiglioni assai più corti, non riflette primieramente, che non si dice da Vitruvio latitudo di una colonna, o altra cosa, ma crassitudo: e in secondo luogo non bada, che con quei piccoli modiglioni fa una specie di dentelli inutili nell’ordine toscano, e proprj, secondo Vitruvio, dell’ordine jonico, i quali uniti al fregio formato di teste di travi, e di metope fanno dell’ordine tofcano un misto del dorico, e dello jonico, e ne travisano la semplicità, e il suo vero carattere. L’aggiunta del fregio si vedrebbe nella fabbrica maggiore di Posidonia, la quale poi mancherebbe dei modiglioni voluti espressamente da Vitruvio. Ma per quella fabbrica la cosa si riduce ad una questione di fatto, che si scioglie facilmente; perchè vengo ora assicurato da più architetti, che vi hanno trovati in gran numero i triglifi; come uno ne resta, cogl’incavi, ne’ quali erano incastrati gli altri, al secondo tempio, il quale, tolte alcune differenze nell’interno, è simile al primo in tutto1: oltre di che farebbe un paradosso nell’arte, e nella critica il voler supporre il maggior tempio etrusco, e l’altro no; e quello fabbricato dagli Etruschi prima della guerra di Troja, vederlo egualmente conservato che il secondo fatto almeno cinque, o sei secoli appresso dai Greci; e finalmente supporre, che i Greci, nazione di genio, e di gusto molto diverso dagli Etruschi, come osserva giustamente il P. Paoli2, tanti secoli dopo abbiano imitata la loro architettura così esattamente; e abbiano adottata la stessa disposizione di parti non solo esterne, ma anche interne del tempio, quali che abbiano avuta la stessa religione, gli stessi riti, e uffizj sacerdotali.


Ma


  1. Così viene a dire anche il P. Paoli Dissert. 4. num. 2. pag, 112.
  2. Dissert. 3. num. 51. pag. 105.