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qualche sorta di Architettura, non farà una loro invenzione, ma una maniera trasportata da que’ paesi, di dove o si staccarono la prima volta, o lungamente si trattennero.

§. 14. Noi abbiamo veduto con Erodoto, che i medesimi erano naturali dell’Egitto. Lo stesso con Platone1, e con Teopompo, riportato da Africano2, seguitato da Diodoro3, deve dirsi degli Ateniesi riconosciuti per una colonia egiziana: dunque non cominciarono che all’orientale le lor fabbriche, e se cosa fecero più semplice, più soda de’ tre ordini greci, non. fu lavoro greco, ma o etrusco, o preso da que’ popoli, da’ quali lo trasportarono in Italia gli Etruschi, e perciò simile alle opere di questi, perchè dallo stesso fonte derivate. In fatti chi può mai sentir dire senza veder malmenata nel tempo stesso la cronologia, che l’arte di fabbricare nacque in Grecia? Erodoto padre della profana storia ci narra, che gli Egiziani furono i primi, che cominciassero a edificare i tempj alle deità4, che le fabbriche loro erano di mole grandiosa e sorprendente, come il laberinto, e le piramidi5. Di esse ragionando Strabone6 le chiama miracoli del mondo, e Diodoro le dice abitazioni perpetue7, onde a lor riguardo cantò poi Marziale8:

Solaque non norunt hæc monumenta mori.

Sanconiatone autore sì antico, che dagli eruditi9 si crede vissuto avanti la guerra di Troja, ci parla de’ tempj egiziani dedicati alle deità con colonne, e statue di legno10; manifatture, che dall’Egitto al dir suo appresero i Fenicj,


ben-


  1. in Timæo, op. Tom. iiI. p. 21. in fine.
  2. Apud Euseb. De præpar. evang. lib. 10. cap. 10. pag. 491.
  3. Biblioth. lib. 1. §. 28. pag. 33.
  4. lib. 2. cap. 4. pag. 105. Vide Lucianum De Dea Syria, circa init.
  5. ibid. cap. 148. pag. 146.
  6. Strab. lib. 17. pag. 1161. C.: Orbis spectacula.
  7. Diodor. lib 1. §. 63. pag. 72.: Æternæ habitationes.
  8. Mart. lib. 10. epigr. 2 vers. ult.
  9. Goguet dissert. in fine del Tomo iI. Dell’origine dette leggi, delle arti, e delle scienze, ec.
  10. Apud Eusebium De præparat. evang. lib. 1. cap. 9. pag. 32.