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pitolino delle quadrighe di terra-cotta, in luogo delle quali in appresso ne furono poste altre d’oro1, o piuttosto dorate solamente. In cima al tempio di Giove Olimpico in Elide2 v’era una Vittoria indorata, e da ciascuna parte, o vogliam dire negli acroterj, o sommità dei cantoni, era posto un vaso similmente indorato. Macrobio3 parla d’un tempio di Saturno, sul frontispizio del quale v’erano dei Tritoni, che sonavano una conca marina. Sugli acroterj del frontispizio del detto tempio di Giove Capitolino furono poste delle Vittorie volanti4.

§. 9. Le cornici dei frontispizj, che finiscono in punta, erano decorate di piccoli ornati, che somigliavano agli scudi delle Amazoni, quali si vedono a un tempio del Virgilio vaticano5, e sovente d’una specie di fogliami, e fiori, come si osservano in qualche basso-rilievo. Questi ornamenti erano spesse volte di terra-cotta, de’ quali sonosi conservati alcuni pezzi; e talvolta il frontispizio era anche dorato6.

§. 10. Lo stesso frontispizio era già ne’ più antichi tempi di Roma ornato di lavori a basso-rilievo anche in terracotta7. Nei tempj greci, e agli edifizj pubblici v’erano delle opere di molte figure. Al tempio di Giove in Elide, di cui parlammo, si vedeva la corsa dei cavalli di Pelope,


e di


  1. Liv. l. 29. tav. 23. n. 28. [ Livio parla di più quadrighe d’oro; e non dice che fossero sostituite a quelle di terra cotta; ma soltanto, che fossero poste in Campidoglio. Pare che a quelle di terra corta ne fossero sostituite delle altre, probabilmente di bronzo, nell’anno di Roma 457., quando fu fatta la lupa dello stesso metallo, di cui parlammo nel Tomo l. p. 202. Ecco le parole di Livio a questo proposto, l. 10. c. 16. n. 22.: eodem anno Cn. & Q. Ogulnii ædiles curules aliquot fœneratoribus diem dixerunt; quorum bonis multatis, ex eo, quod in publicum redactum est, ænea in Capitolio limina, & trium mensarum argentea vasa in cella Jovis, Jovemque in culmine cum quadrigis, & ad Ficum Rumìnalem simulacra infantium conditorum urbis fui uberibus lupæ posuerunt. Non credo che si porta sospettare, che Livio intenda del frontispizio della cappelletta interna, o edicola, e non del tempio stesso; riflettendo, che lib. 35. cap. 32. n. 41. scrive in termini diversi, e chiari, che furono poste nella sommità dell’edicola quadrighe indorate: de multa damnatorum quadrigæ inauratæ in Capitolo posit in cella Jovis supra fastigium ædiculæ, & duodecim clypea inaurata.
  2. Paus. lib. 5. cap. 10. pag. 398.
  3. Saturn. lib. 1. cap. 8.
  4. Rycq. De Capit. cap. 15. pag. 191.
  5. num. 44.
  6. Smetius Inscript. fol. 6. n. 7.
  7. Plin. lib. 35. cap. 12. sect. 43. & 46., lib. 36. cap. 2. sect. 2.