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minciai ad esaminare l’opera con maggior attenzione; e vidi ben presto, che ciò non era in vano. Conobbi alla prima (per non parlare dei tanti gravi errori di stampa, che vi abbondano), che molte citazioni vi erano sbagliate, e che non pochi sbagli si trovavano parimente nel testo dell’Autore. Chiesi quindi il parere di varie persone versate più di me nell’antiquaria; e concordemente mi sentii confermare, che v’erano dei difetti, i quali meritavano correzione. Molto più ebbi a diffidare quando il dotto cavaliere D. Giuseppe Niccola de Azara, Mecenate tanto benemerito in quella occasione, come dissi nella lettera dedicatoria, mi favorì gentilmente della nuova traduzione, che ne era stata fatta nella lingua francese dal signor Huber in Lipsia l’anno 1781. in tre volumi in 4°.1. Leggendo questa, e conferendola colla italiana, restai fuor di modo sorpreso nel vedervi tanta diversità in moltissime cose. Oltre gli errori innumerabili di lingua, e di stampa, vi osservai pure tante citazioni messe fuori di luogo, e posposte; e molte ne trovai nella italiana o diverse nei numeri, o troncate, o riportate senza precisione. Pensai finalmente di ricorrere all’originale tedesco, nel quale di più vidi, che tanto l’una, che l’altra versione erano andate molte volte lontane dalla mente dell’Autore, traducendo anche tutto all’opposto: osservai che avevano adoperato termini sovente generici, ed insignificanti in vece dei termini proprj dell’arte; che con uno stile


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  1. A questa sua edizione ha premessa Huber una lunga storia della vita di Winkelmann, o piuttosto una ferie di memorie per comporla; ma è così mal digerita, e pesante, che molto stanca per leggerla, e poco istruisce. Vedi appresso alla pag. xj. not. a.