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del reggimento Genova e dai dragoni del re: si diresse prima, torcendo cammino ad Oviglio, e ripiegò poscia sulla gran strada da Asti a Torino *.

Sul mezzogiorno fecero loro ingresso nella città di Alessandria le truppe costituzionali. Tosto venne proclamata la costituzione sulla gran piazza, ed inalberato il tricolore vessillo. Il popolo diè libero sfogo alla gioia, e la felicità che tacita traspariva da tutti i volti, più che gli applausi della moltitudine, offriva un tenero spettacolo: ma quel popolo saggio non fece insulto al dolore di qualche famiglia ligia alla monarchia.

Ansaldi prese il comando della divisione, Santarosa quello della città e della guardia nazionale, Collegno s’incaricò della cittadella, e San Marsano con duecento dragoni, duecento soldati del reggimento Genova, ed un forte distaccamento di guardia nazionale marciò sopra Casale. Ma egli è ormai tempo di rivolgere nostra attenzione alla capitale, ove si condusse a termine la rivoluzione.

I Torinesi, in preda alla più viva inquietudine, s’aspettavano da un momento all’altro a strepitosi avvenimenti. Già aveano inteso come il conte di San Michele a Fossano avesse fatto salire in sella e poscia rientrare a quartiere i cavalleggieri1. Qualche ora dopo aveano conosciuto i moti di Alessandria, e la partenza della guarnigione di Pinerolo. Venne fuori un proclama del re (Vedi Doc. B.) tendente a cal-


* Probabilmente per evitare una scontro con le truppe costituzionali. V. Brofferio, Storia del Piemonte pag. 149.
  1. Ed era seguito dell’avviso da lui ricevuto la sera del 9 marzo.