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si dettero alcuni di loro a cospirare tenebrosamente, e, cou dulore di tutte le anime oneste, si scoperse la introduzione in Roma di combriccole carbonaresche. Ciò dette luogo al famoso processo di Targhini e Montanari.1 Grave fu il dispiacere e lo scandalo, perchè per la prima volta da secoli si vide un processo per politica cospirazione in Roma, e vidersi sudditi pontifici condannati al patibolo per delitto di lesa sovranità.

Morto nel 1829 Leone XII, il pubblico non ne fu dispiacente, perchè il suo puntificato lasciò voce se non di odioso, per lo meno di vessatorio e quasi antisociale. In prova di che alla sua morte si diffuse una satira che compendiava il pensare del popolo a suo riguardo, e che diceva cosi:

«V’ha chi al chirurgo appone
» La morte di Leone;
» Roma però sostiene
» Ch’egli ha operato bene.»

Dopo la morte non compianta di Leone XII successero 18 mesi di sonnolenza sotto il successore Pio VII. Le cospirazioni si tacquero, ma la rivoluzione francese del 1830 venne subito a riaccendere le speranze. Le ingannevoli assicurazioni del ministro francese Sebastiani sul non intervento, promettendo impunità ai sommovitori, incoraggiarono la insurrezione di Bologna e di Modena nel febbraio del 1831.2 Ripudiate però le promesse del Sebastiani e pur quelle dei Laffitte, dei Dupin, dei Soult e dei Lafayette dal nuovo ministro Casimiro Périer, l’ingresso agli Austriaci nelle Romagne non venne contrastato, e la rivoluzione quasi in sul pascere fu spenta.3


  1. Vedilo manoscritto in-4. nella nostra raccolta sotto la rubrica Processi politici ec. Vedi Farini, vol. I, pag. 23.
  2. Vedi Farini, vol. I, pag. 27.
  3. Vedi Louis Blanc, Histoire de dix ans, 1830-1840. Bruxelles, 1847, pag. 293, e seguenti.