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silenzio conservato da’ giornali sul medesimo. E se noi ne parlammo diffusamente, egli è perchè sentimmo raccontarlo ripetutamente e noi credemmo. Non fu dunque che dopo la lettura delle opere del Vaillant, dei Torre, dei Lubiensky, dell’opuscoìo dello Stagi, e dell’articolo dell’Album, (tutte pubblicazioni posteriori alla restaurazione del governo pontificio in Roma) che dovemmo persuaderci della sua esistenza. A ciò si deve pertanto quella cura speciale che abbiam posto nello schiarire questo avvenimento, e citare tutti i documenti che ne constatino la esistenza.1

Proseguendo la narrazione sommaria di ciò che all’assedio si riferisce, fino al primo ingresso dei Francesi per la breccia, diremo che nella notte dal 10 alni venne incominciata la costruzione della batteria n° 5 contro la faccia sinistra del bastione 7.2

La mattina del 12 i Romani fecero verso la batteria n° 5 una sortita, di cui parla il Vaillant dicendo che poteva riuscir fatale ai Francesi, e che i Romani si batterono con tale accanimento, che ove non potè farsi uso del fucile, si ricorse alle pietre. Ebbero i Francesi 7 uomini uccisi e 25 feriti.3

Il ballettino del general Garibaldi pubblicato nel Monitore racconta che quando per uccidere mancò per un istante la munizione, i Romani si rivolsero ai sassi, e strapparon le baionette dalle mani del nemico. Vi prese parte il secondo battaglione del reggimento Unione comandato dal maggiore Pietro Panizzi modenese il quale vi perdette

  1. Vedi Torre, vol. II, pag. 201. — Vedi Vaillant, pag. 89. — Vedi Stagi Michele, Due anni di vita di un emigrato ec. Genova 1849, nel vol. IX delle Miscellanee, n. 12, pag 94. — Vedi conte Lubiensky, Guerres et rivolutione d’Italie en 1843 et 1849, pag. 461. — Vedi l’Album del 29 setbre 1849, pag. 254.
  2. Vedi Vaillant, pag. 65.
  3. Vedi Vaillant, pag. 70. — Una bella litografia esprimente questo fatto è nel volume stampato a Parigi intitolato Souvenirs d’Italie. Expédition de Rome, 1849. Album dédié au prince Anatole de Démidoff par Raffet, n. 23.