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pubblica, secondo le istruzioni che avete, ma un ritardo potrebbe indispettire le truppe poste alle sofferenze ed ai pericoli del mare; esse potrebbero alterare i sentimenti di fraternità ed amicizia dai quali sono animate.

» Noi, consapevoli del voto pubblico di questa città, non esitiamo un istante a farvi noto essere nostra mente che non sia frapposto ritardo al disbarco delle truppe, e protestiamo contro chiunque volesse compromettere la pace e gl’interessi di questo popolo.

» Civitavecchia, 24 aprile 1849.»

Quest’atto fu sottoscritto dal gonfaloniere, dal vice presidente della Camera di commercio, dal colonnello della guardia nazionale, e da altri sette individui.1

Ad onta di ciò, il Mannucci inviò la sua protesta al generale Oudinot. Difese le popolazioni romane dalla imputazione di anarchia; disse essere la Francia male informata delle cose nostre; essere tutto a ordine e moralità composto. Non credere, aggiungeva, che la Francia repubblicana abbatter volesse colla forza i diritti di una repubblica nata sotto i medesimi auspici della sua.2

Giungeva intanto in Civitavecchia il battaglione Melara di quattrocento uomini con lettera di Mazzini pel preside Mannucci.3 Questi rianimossi, e convocati gli officiali nella sua residenza, gl’informò del vero stato delle cose. Arser di sdegno per la diserzione delle autorità municipali, e promisero, giurando vita per vita, di difendere onore e patria, e obbedire ai comandi del ministero di guerra.

Si riuniva il circolo popolare, e firmava una protesta contro il francese intervento.

All’alba del giorno seguente il municipio ricevette un dispaccio del Mazzini per la resistenza, con un post scriptum nello stesso senso del ministro della guerra Avezzana.4


  1. Vedi il Mannucci, op. cit., pag. 132.
  2. Vedi detto, pag. 134 e 135.
  3. Vedi l’Italia del popolo, n. 10.
  4. Vedi Mannucci, op. cit., pag. 142, e 143.