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condotta apparentemente ambigua nei primi giorni del maggio 1848, creato aveva qualche sospetto a suo carico, trovavasi, se non a capo, implicato per certo in un complotto di reazione in senso pontificio.

Risulterebbe da queste memorie che taluni della guardia svizzera fosser da esso assoldati, che alcuni officiali dei carabinieri a lui recassersi ascosamente, e che una compagnia del battaglione civico di cui il Campana era colonnello fosse più delle altre iniziata e compromessa nello schema di reazione.

Apparirebbe pure che egli mantenevasi in rapporti col Mercier incaricato segreto della repubblica francese sotto la immediazione del francese ambasciatore duca d’Harcourt allora in Gaeta. Trovavasi il Mercier in quel tempo in Roma, e formava l’anello di comunicazione fra la Francia, Gaeta, e Roma, ma non Roma repubblicana, sibbene costituzionale col papa a capo della medesima.

Vogliono alcuni che il tutto venisse rivelato al general Galletti comandante dei carabinieri nella speranza ch’egli associarsi volesse al movimento, e che il Galletti astutamente secondasse in apparenza le segrete proposte, tanto quanto bastargli potesse per conoscere e sventare le fila della trama.

In prova di che troviamo che il 6 di aprile con un ordine del giorno ai carabinieri gli esortava a perseverare in fede al governo della repubblica, dichiarando non essere ignaro che i nemici della medesima cercavan la via d’indebolire il loro attaccamento.1

E la Pallade del 7 convalidava i sospetti dicendo che per qualche timore sparso nella città, i Triumviri avevan preso energiche misure per tutelare la quiete pubblica, e che eransi fatti vari arresti.2

Abbiamo infine un documento irrefragabile sulla reale esistenza della trama di reazione nel II volume della storia

  1. Vedi la Pallade del 7 aprile. — Vedi il Monitore del 7 pag. 305.
  2. Vedi la Pallade del 7 aprile.