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E perchè l’Austria, la Francia, la 8pagna, ed il regno delle due Sicilie, si trovano per la loro posizione geografica in situazione di poter sollecitamente accorrere colle loro armi a ristabilire nei domini della Santa Sede l’ordine manomesso da un’orda di settari; così il Santo Padre nel religioso interesse di queste potenze figlie della Chiesa, domanda con piena fiducia il loro intervento armato per liberare principalmente lo stata della Santa Sede da quella fazione di tristi, che con ogni sorta di scelleraggini vi esercita il più atroce dispotismo. Per tal modo solo potrà essere ripristinato l’ordine negli stati della Chiesa, e restituito il sommo Pontefice al libero esercizio della suprema sua autorità, siccome lo esigono imperiosamente il sagro ed augusto suo carattere, gl’interessi della Chiesa universale, e la pace de’ popoli, e così potrà egli conservare quel patrimonio che ha ricevuto nell’assunzione del pontificato, per trasmetterlo integro ai suoi successori.1»

Lo stesso giorno che in Gaeta emanavasi il detto atto, accadeva un fatto importante e foriero di nuove perturbazioni. Gli Austriaci avevano passato il Po a Ferrara. Quel preside Carlo Mayr ne informava con dispaccio il preside di Bologna, e questi ne comunicava il contenuto al governo di Roma. Si conosceranno dal dispaccio che trascriviamo i motivi allegati dall’Austria per questa mossa.2


«Cittadino!

» Ferrara 18 febbraio 1849.

» I miei timori si sono pur troppo avverati. Questa mattina dopo le ore 7 gli Austriaci in più punti hanno passato il Po. Appena avutone l’avviso, ho combinata

  1. Vedi Motu-proprî, ec., vol. I, n. 76. — Vedi il Sommario, n. 69.
  2. Vedi il Monitore del 22 febbraio, pag. 97.