Pagina:Storia della rivoluzione di Roma (vol. III).djvu/161


della rivoluzione di roma 157

dente: il napoleonico era stato sotto un principe straniero, e il nuovo sognossi sotto uno nazionale, o che diventasse nazionale, qualunque fosse, o, per servirci della frase allor volgare, «fosse il diavolo,» purché fosse re d’Italia. E fu sognato di siffatto Regno da non pochi. Prima da Gioachino Murat e suoi partigiani nel 1814 e 1815; e quasi nel medesimo tempo da’ Milanesi sollevati il dì della morte di Prina, e dai deputati che furono mandati a Parigi; poi, da altri congiurati del 1815; poi, da tutti quelli del 1820 e 1821. E ne fu sognato allora e poi, non solo da’ congiurati e società segrete, ma da uomini di governo e di Stato; e non solamente da quelli che ebber nome di amici, ma da quelli che l’ebbero di nemici a siffatte novità. Nè di tutto ciò mancheranno agli storici futuri citazioni e documenti. Ma io scrivo a’ contemporanei; i quali sanno quanto o meglio di me, che il sogno del Regno d’Italia fu se non universale, molto frequente a quell’epoca.

» E che fosse sogno, basterebbe forse a dimostrarlo, il fatto che non s’effettuò. Accenniamone tuttavia le ragioni, chiare ora. Principi, uomini di governo, popolani, congiurati, e sudditi vari, volevano il Regno, ognuno a modo suo: i congiurati, i popolani, non tanto il Regno quanto gli ordini sognati liberi-nel Regno sognato, un sogno allora aggiunto all’altro, la libertà all’indipendenza. I principi avrebbon voluto indipendenza, ma non guari libertà. I grandi, nobili, ricchi, notabili d’ogni maniera, volevano aristocrazie; i non distinti per nulla, democrazie, secondo il solito. E secondo il solito, Napoli s’avventava; e contro al solito, Milano aspettava, Torino si muoveva; con una differenza, un disaccordo di mosse, da far presagire un disaccordo anche maggiore di scopo quando fosse venuto a palesarlo ciascuno. Ed Austria era lì a valersi del disaccordo; Francia non v’era ad opporsi; Inghilterra ed altri non se ne curavano. Gli assennati l’avevan preveduto; alcuni generosi s’eran sacrificati; molti ambi-