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degli stessi rivoluzionari, fin dalla restaurazione si cominciò dal partito vinto a cospirare per divenire un giorno vincitore, e quindi non fu senza fondamento che si qualificò come commedia di 15 anni, tutto ciò ch’erasi fatto dal 1815 al 1830.

Essa rivoluzione però, riuscita a buon fine per ciò che riguardava Carlo X, il quale voleva rovesciarsi e si rovesciò, abortì nel suo scopo finale di voler la repubblica , perchè il dì 8 di agosto, l’eroe (come il chiamavano) della quasi legittimità cingevasi la fronte della corona reale. Re cittadino è vero, surto dalle barricate con istituzioni monarchiche circondate da idee repubblicane, ma re che dovendo regnare e volendo governare, fu a poco a poco costretto di coprire di un velo le non incontaminate origini, i non incruenti trionfi, i sospetti di ambiziosa sete di regno, e ripudiare gradatamente tutto ciò che potesse sentir di repubblica.

Ma questo che alcuni chiamarono un volta faccia, e che noi chiameremo una evoluzione strategico-politica; quest’abiura forzata delle idee apparentemente cittadinesche, non poteva non ingenerare gravi e potenti nimicizie, che prima in pensiero formavansi, per poi in atto risolversi.

Le simpatie per la Polonia, incoraggiata prima (fosse pur anco non dal re ma da chi ne spendeva il nome) e abbandonata poi, e quelle per gl’italiani, eccitati dalle promesse francesi e poscia lasciati in abbandono, non potevano non creare e mantenere nemici numerosissimi alla orleanese dinastia. La freddezza e quindi la inimicizia del gabinetto inglese diretto da lord Palmerston pei matrimoni spagnoli; la stampa inglese che da vario tempo vomitava fuoco e fiamme; il giornalismo francese stesso, quasi tutto ostile al governo, di che fan fede i giornali in quel tempo più in credito, che erano:

Il Constitutionnel,
Il Courrier français,