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del nuovo ministero, esso emetteva per primo atto una protesta contro gli Austriaci.1

E intanto che queste cose accadevano qui da noi, il popolo bolognese sollevavasi in armi contro gli Austriaci, e dopo un atroce e sanguinoso conflitto gli scacciava da Bologna. Ciò si conobbe in Roma il giorno 11. 2 Prima di ciò per altro i caldi d’indipendenza già erano in Roma sulle furie per le baldanzose minaccie del generale Welden.

Fu in allora che si pensò da loro seriamente all’intervento francese; e il deputato Sterbini nella tornata del Consiglio del giorno 7 con lungo e animato discorso facevane la proposta.3 E per non essersi alzati in piedi i deputati Bofondi e Ciccognani, s’inteser grida di sdegno dalle tribune. Modificata la proposta si alzarono ancor essi, e venne ammessa.4

Si pensò subito allora di formulare un indirizzo alla Francia, farlo coprire di firme; e il giorno 8 vi fu radunata di popolo sulla piazza Colonna, col famoso Ciceruacchio a capo della medesima, per recarsi dal francese ambasciatore residente nel palazzo Colonna. Ivi giunta quella turba di ragunaticci, lo Sterbini prese la parola e disse. «Essere venuto il popolo per attestare la sua simpatia alla repubblica francese, concordare col voto della Camera dei deputati in favore dell’intervento francese, desiderare la comunanza di difesa, di amicizia e dei principi fra la Francia e l’Italia, essere due sorelle per indole e per costumi degne amendue di riunire le loro bandiere tricolori per mettersi alla testa della civiltà europea.5»


  1. Vedi la Gazzetta di Roma dell’8 agosto pag. 617. — Vedi il vol. VI, Documenti, numeri 137 e 139.
  2. Vedi la Gazzetta di Roma dell’11 agosto 1848. — Vedi Vol. VI. Documenti, numeri 135, 138, 146, 147, 148. — Vedi Farini vol. II, pag. 290.
  3. Vedi il VI Vol. Documenti, n. 136. ,
  4. Vedi il Supplemento al n. 153 della Gazzetta di Roma.
  5. Vedi la Pallade del 9 agosto 1848.