Pagina:Storia della rivoluzione di Roma (vol. II).djvu/394

388 storia

segreto postale, che è cosa sacra e rispettata in tutti i governi civili.

Prima del dispaccio in cifra ossia in soli numeri, leggevasi nel foglio stampato altro dispaccio in lettere che diceva quanto appresso:


«Illustrissimo e reverendissimo signore,


»Sono stati contestualmente ed in originale rassegnati al Santo Padre i due fogli di Vostra Signoria illustrissima e reverendissima del 27 del prossimo passato mese, diretti a monsignor sostituto della segreteria di stato. Non posso esprimerle abbastanza quale sia la consolazione provata da Sua Santità nel leggerne il contenuto, e sopra tutto nel rilevare i sentimenti manifestati dal signor ministro degli affari esteri, in occasione del colloquio ch’egli tenne con esso lei sull’opportunità di seguire S. M. I. R. Apostolica, a forma dell’invito ricevutone. Eguale consolazione ebbe pure a sperimentare il Santo Padre osservando il savio modo di vedere del signor ambasciatore d’Inghilterra. Dopo di che non poteva non approvarsi pienamente la risoluzione da lei presa conforme all’invito.

»Quali siano le relative istruzioni, ella le conoscerà dal mio dispaccio contemporaneo in cifra. A chiarimento poi dell’animo suo mi valgo di questa opportunità per confermarle che il linguaggio del ministero non è a confondersi affatto col volere del Santo Padre già solennemente palesato nella sua allocuzione, e fosse piaciuto a Dio che le paterne di lui insinuazioni avessero avuto ascolto! Non si deplorerebbero ora tante vittime di sudditi pontifici nei fatto d’arme testè avvenuto nel Vicentino! Rispettiamo però in simili eventi la mano della divina Provvidenza,