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CAPITOLO IV.

[Anno 1846]


Precauzioni prese dall’antorità per prevenire ed attenuare gli effetti dell’atto di amnistia. — II cardinale Vannicelli legato pontificio in Bologna, obbedendo alle istruzioni della segreteria di stato a questo effetto, pubblica un atto che gli attirò lo sdegno e l’esecrazione dei liberali. — Esterrefstti tutti gli altri legati, delegati o governatori delle Provincie non ubbidirono (salvo monsignore Orlandini) alla segreteria di stato. — Le autorità scapitano in considerazione. — Trionfo degli amnistiati. — Squallore e depressione dei gregoriani. — Avvenimenti e disposizioni governative di luglio e agosto 1846. — Nomina del cardinale Gizzi a segretario di stato.


Il papa era contento, contenta la sua corte, i palatini e gli aderenti loro, e contenta pure una parte grandissima dei Romani, vedendo che allo squallore degli ultimi giorni del pontificato gregoriano, ed alla trepidazione dei giorni di sede vacante, sottentrata era la gioia e il tripudio universale. Roma in somma era in festa.

E siccome un po’ la vera gioia, un po’ quella fittizia e il fanatismo, e le arti di partito e di setta, un poMn fine la speculazione intrecciavansi, tu vedevi in un subito e ritratti del Santo Padre, e sonetti, e cantate, e relazioni delle feste, e cravatte, e sciarpe coi colori pontificali, e spinette, e fazzoletti, che dicevansi alla Pio IX, e fiori e trasparenti, e lampioni di carta di ogni forma e colore. Musiche e luminarie sì facevano, mentre vedevansi vetture in continuo moto, sicchè Roma sembrava a nuova vita risorta. Eppure tutto ciò era un inganno nella sua origine primitiva; inganno che doveva portare in seguito amarissimi frutti. Ciò noi vedemmo tutti: ed ora che con mente calma e tranquilla n’è dato di volgere lo sguardo retrospettivo ai tempi decorsi, e alle follie che produssero, ben si ad-