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che i suoi popoli siano aggravati di dispendio per cagion sua. Oltrecchè vede con dolore che molte masse di popolazioni, abbandonandosi a questo entusiasmo, lasciano le domestiche occupazioni, dalle quali, a norma delle diverse classi cui appartengono, ritraggono il necessario sostentamento; onde il suo cuore paterno doppiamente si affligge per questa seconda perdita a danno di una parte degli amatissimi suoi sudditi. Per le esposte cagioni egli vuole che debbano cessare queste dimostrazioni dispendiose, procurando di ritornare ciascuno nell’esercizio delle proprie attribuzioni e tranquillamente attendere quelle disposizioni, delle quali il governo si sta occupando a vantaggio dello stato.

» V. S. Ill.ma vorrà pertanto darsi premura di far conoscere pubblicamente queste intenzioni del Santo Padre, nell’occasione particolarmente in cui dalle magistrature municipali, e da altri le sia richiesto il permesso di celebrare nuove feste, o di condurre di città in città numerose brigate di popolo. Che se in qualche luogo già si fossero fatte le collette per simili feste, nè si giudicasse possibile di restituire a ciascuno dei contribuenti la sua quota, molto utilmente si potranno questi contributi convertire ad alimento del popolo nella stagione invernale, mediante qualche lavoro di pubblica utilità. E per tal modo la Santità di Nostro Signore ne proverà doppia consolazione vedendo per una parte l’ossequio dei sudditi ad ogni suo desiderio, e per l’altra tornare in soccorso della indigenza ciò ch’era preparato ad onorare il suo nome in altra guisa, più splendida forse, ma men degna e men gradita che non sono le benedizioni dei poveri.

» In attenzione di relativi riscontri, rinnuovo a V. S. Ill.ma le proteste della mia distinta stima.

» Della V. S. Ill.ma

» Affezionatissimo per servirla
» P. Card. Gizzi.



» Roma, 8 Ottobre, 1846.»