Pagina:Storia della letteratura italiana II.djvu/88


― 76 ―

La grandezza e la caduta delle Nazioni non sono dunque accidenti o miracoli, ma sono effetti necessarii, che hanno le loro cause nella qualità delle forze che le movono. E quando queste forze sono in tutto logore, esse muoiono.

E a governare, quelli che stanno solo in sul lione, non se ne intendono. Ci vuole anche la volpe, o la prudenza, cioè l’intelligenza, il calcolo e il maneggio delle forze che muovono gli Stati.

Come gl’individui, così le Nazioni hanno legami tra loro, dritti e doveri. E come ci è un dritto privato, così ci è un dritto pubblico, o dritto delle genti, o, come dicesi oggi, dritto internazionale. Anche la guerra ha le sue leggi.

Le Nazioni muoiono. Ma lo spirito umano non muore mai. Eternamente giovane, passa di una nazione in un’altra, e continua secondo le sue leggi organiche la storia del genere umano. C’è dunque non solo la storia di questa o quella nazione, ma la storia del mondo, anch’essa fatale e logica, determinata nel suo corso dalle leggi organiche dello spirito. La storia del genere umano non è che la storia dello spirito o del pensiero. Di qui esce ciò che poi fu detto filosofia della storia.

Di questa filosofia della storia e di un dritto delle genti non ci è nel Machiavelli che la semplice base scientifica, un punto di partenza segnato con chiarezza e indicato a’ suoi successori. Il suo campo chiuso è la politica e la storia.

Questi concetti non sono nuovi. I concetti filosofici, come i poetici, suppongono una lunga elaborazione. Ci si vede qui dentro le conseguenze naturali di quel grande movimento, sotto forme classiche realista, ch’era in fondo l’emancipazione dell’uomo dagli elementi soprannaturali e fantastici, e la conoscenza e il possesso di sè stesso. E a’ contemporanei non parvero nuovi, nè audaci, veg-