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ad affrettate conclusioni: dieci anni or sono non si accennava ad alcuna forma bizantina, ed ora che avemmo modo di esporre un non indifferente gruppo di monumenti e di materiali greci o meglio inspirati allo stile bizantino, non è improbabile che, dando maggiore estensione in Sardegna agli studi artistici, si venga a metter in luce sotto stucchi ed intonaci seicentisti molte altre forme preromaniche.

La durata della dominazione e della civiltà bizantina nell'alto medio evo, se valse a preservare l'isola dalle influenze barbariche ed occidentali, dovette estrinsecarsi con più imponenti manifestazioni di quel che non sieno gli edifici esaminati: esse dovettero trasformarsi, come avviene di tutti quelli edifici, sui quali sono rivolte le cure e le attenzioni delle popolazioni, ed in questa trasformazione perdettero ogni traccia dell'antica struttura. E oggi possibile immaginare nelle Chiese di San Antioco di Sulcis e di San Pietro di Assemini forme bizantine? Eppure tutto induce a ritenere che queste esistessero e ne sono prova alcuni motivi costruttivi nella prima e le iscrizioni greche nell'una e nell'altra.

I frammenti decorativi di Donori hanno tali caratteri e tali dimensioni da ritenerli appartenenti ad ana chiesa di ampie dimensioni, come non si possono certo attribuire ad una chiesa più che modesta qual'è quella di S. Giovanni di Sinis, i armi, ch'ebbi la ventura di rinvenire in un fondaco della cattedrale d'Oristano e che descrissi nell'Arte di Adolfo Venturi (Anno VI. Fase. 11V).

Sono due bassorilievi del IX secolo. che posteriormente, nel XIV