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222 LIBRO OTTAVO — 1820.

glio, con passaporti austriaci fuggì, e si disse per sordida causa di furto; al governo di Napoli fu chiesta ragione dell’annunciato campo, e rispose, che per esercizio de’ suoi battaglioni di fresco formati. Ma quel campo negli Abruzzi non fu mai radunato; e dipoi per accreditare il pretesto lo posero ne’ piani ni Sessa nel tempo e modo che ho riferito. Ora che scrivo Pio VII è morto, Leone XII è papa; le Legazioni e le Marche appartengono ancora alla santa sede: o furono dunque mendaci que’ racconti, o le rivoluzioni dell’anno 20, e lo agitarsi dei popoli contro i re hanno rannodato più strettamente le monarchie assolute al sacerdozio. Se poi più giovava all’Italia l’indebolimento del papato, 0 più le noceva ricettare altre armi, leggi, ordinanze tedesche, sono ardue sentenze per noi, facili ai posteri.

Nel campo di Sessa praticando insieme i settarii dell’esercito si legarono di amicizia come di voto; e perciò se, innanzi, i disegni contumaci degli uni frenava il sospetto della fedeltà degli altri, dopo quel tempo fu sicura la contumacia e si accrebbe. II re stava lieto nel campo; era frequente (nuova benignità per i murattiani) il sorriso su le sue labbra, per lo che sorridevano di corrispondenza i generali e i soldati: reciproco infingimento o leggerezza. Ma il governo per quelle apparenze credè fido l’esercito, abbandonò lo sforzato pensiero di trasformare la cancelleria in immagine di camere rappresentative, e ritornò alla consueta spensieratezza. A mezzo il maggio del 1820 levato il campo, i reggimenti si condussero alle prime stanze.

LV. Al finire dello stesso mese i carbonari di Salerno, intendendo ad un generale sconvolgimento, parlarono ai settarii vicini, spedirono ai lontani lettere ed emissarii: ma i motori, capi della setta, ultimi della società perchè scarsi di fortuna e di nome, furono persuasi dai settarii più ricchi, perciò più timidi, a sospendere le cominciate mosse, e spedire altri fogli, altri nunzii rivocatori dei primi. Nel quale vacillamento il governo inanimì, e dei ribelli chi fu messo in carcere, chi sbandito per editto: cessò il pericolo. Ma la immensa ribellante materia si agitava, come fuoco sotterraneo di volcano, copertamente. Quale indi a poco fu la scintilla, donde uscì, quanto incendio produsse, come si spense, saranno i capi del seguente libro.