Pagina:Storia del reame di Napoli dal 1734 sino al 1825 II.pdf/156

152 LIBRO SETTIMO — 1815.

re disegnava con quattro legioni (sedicimila soldati) affrontare Bianchi e romperlo; dietro alle vinte schiere spingere due legioni; unire le altre due a quella del Carascosa, attaccare Neipperg e disfarlo; avviluppare le colonne vaganti nella pendice degli Apennini; e dagli eventi prendere consiglio per il resto della guerra: nel primo combattimento con Bianchi egli era di egual forza, in tutti gli altri maggiore. Quale oggi intorno a Macerata, tali un dì furono le ordinanze dell’esercito austriaco e del piemontese, rotti in Millesimo; e de’ due eserciti di Vurmser disfatti intorno a Mantova; e de’ quattro, sì famosi nella storia, contrastati e vinti dal solo esercito del Gran Federico in Boemia. Ma diversi dai nostri erano i fatti.

XC. Passò il 1°. di maggio in riconoscimento e provvidenze. A’ 2, le legioni d’Ambrosio e Livron mossero da Macerata verso il nemico; la legione Pignatelli-Strongoli restò di riserva in città; la legione Lecchi vi arrivava da Filottrano; Carascosa fronteggiava Neipperg sul Cesano. Alcuni Tedeschi di Bianchi allo sbocco delle nostre legioni si ripararono da’ dintorni di Macerata nei campi di Monte-Milone, tra ’l Potenza e ‘l Chienti; e di là furono, dopo non poca zuffa, discacciati. Ma, ordinati a scaloni, retrocedendo ingrossavano; sì che i Napoletani, avanzando, incontravano maggior pericolo e fatica. Uno de’ nostri reggimenti, il terzo-leggero, assalì di fronte una posizione forte, fortemente guernita, e fu respinto; vi accorre il re, incoraggia i soldati, dietro di lui gli riconduce al nemico; e, perditore, si arretra: il generale d’Ambrosio è ferito; il posto non espugnato di fronte, è subito raggirato, e preso. Procederono le schiere napoletane per nuovi felici fatti d’armi sino a vista di Tolentino; ma poichè il giorno mancava, posero il campo dov’era stata la guerra. I Tedeschi, che avevano combattuto validamente nelle prime ore, debolmente nel resto della giornata, perderono seicento uomini, metà morti o feriti, metà prigioni; ebbero i Napoletani cento feriti o morti: le forze combattenti erano eguali, ottomila soldati da ogni parte. Parve augurio felice: andarono corrieri a Napoli per dar quelle nuove amplificandole, ed al generale Carascosa per dirgli di tenersi in punto di attaccar Neipperg. Il qual Neipperg, ignorando per le distanze i fatti di Macerata, nulla operava per ajutare l’esercito compagno.

Fu lunga L’alba del 3, coperta da nebbia densissima che nascondeva i due eserciti. Nella notte nuove schiere tedesche vennero a Tolentino; e per la opposta parte la legion Strongoli giunse al campo, quella di Lecchi restò in Macerata per la speranza di volgerla contro Neipperg, bastando tre legioni, nella mente del re, a vincer Bianchi. Ma, diradata la caligine, fu visto fortissimo il nemico (sedicimila uomini almeno) schierati sopra i colli che fan cortina alla città, poggiando il fianco destro al Chienti, il sinistro